Per me, l’autunno richiama gli anni settanta.
Strana associazione mentale, diranno in molti.
Eppure, a pensarci, il virare verso il rosso e il mattone delle chiome degli alberi, il giallo caldo e con sfumature improvvise di arancio delle foglie cadute, ricordano le tonalità più in voga di quegli anni. Cappelli a falda larga, morbidi velluti, gonne a pieghe e stivali. Tutti nei colori autunnali del giallo senape, del marrone, dell’arancio.
Si sa, la nostalgia ha il potere di far ricordare le cose ben più belle di come le vedevano all’epoca, in diretta. E, per fortuna, anche di cancellare dalla memoria certe mode esasperate, spesso oltre il limite del buon gusto. Ma in me prevale, sempre e comunque, la sensazione avvolgente del calore di un maglione lavorato con della bella lana grossa, ovviamente nei colori della terra.
Prima o poi andrò a New York nel periodo del foliage. Guarderò le foglie volare con strane traiettorie prima di arrivare a terra e assaporerò il piacere di calpestare un tappeto di foglie cadute. Son sicura che mi vestirò come Diane Keaton in “Io e Annie”,

anche se cercherò fino allo sfinimento un trench (almeno) simile a quello indossato da Meryl Streep in ““Kramer contro Kramer”.
Nell’attesa di quel momento, mi godo le atmosfere autunnali delle strade della mia città e mi diverto a cercare oggetti che siano in sintonia con il mio stato d’animo e con lo spettacolo della stagione che viene.

Di Mariangela Mestieri