Quando si parla di alopecia areata, si fa riferimento a un tipo di alopecia non cicatriziale: ciò vuol dire che, anche dopo anni, i capelli possono comunque ricrescere. In genere è colpito non più del 4% della popolazione: si tratta, di conseguenza, di un’alopecia abbastanza frequente, caratterizzata da una significativa ereditarietà familiare. Non ci sono distinzioni di età o di sesso, e molto spesso anche i bambini sono interessati da questo disturbo: solo due pazienti su dieci hanno più di 40 anni, e quasi sette pazienti su dieci ne hanno meno di 30.

Consultando il sito di CESARE RAGAZZI, si possono scoprire tutti i rimedi più interessanti ed efficaci che permettono di non subire le conseguenze fisiche e psicologiche dell’alopecia areata. Essa è ritenuta una malattia autoimmune, nel senso che dipende da un comportamento non adeguato delle difese immunitarie, che in pratica identificano i peli e i capelli come dei nemici, così da farli cadere. A differenza di quel che si potrebbe pensare, questa patologia non è determinata dallo stress e, ovviamente, non è infettiva: semplicemente dipende dalle difese immunitarie del singolo in conseguenza di una predisposizione genetica, sulla quale comunque possono intervenire dei fattori ambientali. In altri termini, chi soffre di alopecia areata è nato con la predisposizione ad ammalarsi, ma la patologia vera e propria si manifesta solo nel momento in cui la funzione difensiva dei linfociti viene innescata da un fattore scatenante.

A testimonianza del valore della predisposizione genetica per la comparsa dell’alopecia areata, si può notare che i gemelli monozigoti in molti casi soffrono entrambi di questa malattia, che propone aspetti clinici identici e in genere si manifesta alla stessa età. Inoltre, la ricerca ha permesso di identificare diversi geni predisponenti, tutti coinvolti nello sviluppo delle risposte immunitarie.

Quando compare l’alopecia areata

Se è vero che in alcuni casi la malattia compare dopo che ci si è sottoposti a una vaccinazione, dopo aver assunto un determinato farmaco o dopo aver contratto una patologia virale, è altrettanto vero che molto più spesso essa si palesa in modo imprevisto, senza che in precedenza siano avvenuti eventi significativi. E se anche alla base del disturbo c’è un evento scatenante, il decorso dell’alopecia areata è del tutto indipendente dallo stesso. Si verifica, in pratica, un blocco del ciclo follicolare che dipende dall’aggressione dei linfociti nei confronti di un antigene del follicolo che al momento non è ancora noto. Ne deriva un’infiammazione: dopodiché il pelo può essere danneggiato in modo più o meno grave, anche in base alla severità del problema, cadendo come pelo in telogen o rompendosi pochi millimetri dopo la fuoriuscita dall’ostio follicolare.

In molte situazioni la malattia comincia con una chiazza dai margini netti, del tutto priva di capelli, senza alcun segno di infiammazione; nel momento in cui varie chiazze confluiscono tra loro, si può notare un aspetto reticolato, con osti follicolari ben evidenti, mentre la cute non è eritematosa ma liscia. Le dimensioni delle chiazze, poi, aumentano in modo centrifugo, con conseguenze estetiche che non sono sempre così facili da accettare.